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Terme - Bagni di Tivoli


Bagni di Tivoli - 9 Km da Roma
La mitezza del clima e la bellezza dei luoghi attirarono qui, già in epoca romana, illustri personaggi quali Sallustio, Catullo, Mecenate e Orazio. Tra le attrazioni del luogo primeggiavano le aquae albulae, celebrate da medici, filosofi e dotti – tra questi vanno citati Virgilio, Strabone, Galeno e Plinio il Giovane – per le loro virtù terapeutiche. Fu probabilmente Augusto a volere la costruzione di un sontuoso edificio termale, che fu progettato da Marco Vipsanio Agrippa, il costruttore del Pantheon. Le terme persero importanza nel Medioevo e tornarono in auge solo nel ’700.

Stabilimenti e Centri Termali

Terme Acque Albule
via Tiburtina Valeria km 22,7, tel. 077435471, fax 07743547208
acquealbule@virgilio.it • www.acquealbule.com
apertura marzo-dicembre

Come Arrivare
In auto: A24 Roma-Teramo, uscita Tivoli, km 6
In treno: linea Roma-Pescara, stazione di Bagni di Tivoli

Caratteristiche
Le aquae albulae – cosiddette per il colore biancastro e spumeggiante dovuto all’emulsione gassosa di anidride carbonica e idrogeno solforato che si libera al contatto con l’aria – sgorgano da due laghi, della Regina e delle Colonnelle. Presso l’invaso erano le terme romane, forse di età augustea, di cui si vedono eloquenti ruderi. L’attuale stabilimento delle Terme Acque Albule – frutto della trasformazione di quello costruito nel 1880, su impulso di una società belga che ne rimase proprietaria fino al 1918 – è un padiglione con locali per inalazioni, bagni terapeutici e fanghi, con strutture ambulatoriali di buon livello; il punto di forza è costituito dal grande parco acquatico con quattro piscine termali di oltre 5000 mq (di cui due particolarmente adatte ai bambini), dotate di idromassaggi naturali, cascatelle e giochi d’acqua, dove si possono seguire corsi di nuoto e stage estivi. La struttura dispone inoltre di un centro sauna ben attezzato e di un centro estetico per massaggi e trattamenti con prodotti cosmetici Terme Acque Albule acquistabili sul posto. Per il relax, ristorante, bazar, giardino ombreggiato, dove si svolgono anche manifestazioni musicali estive, e strutture balneari (ombrelloni e sdraio) nella zona piscine.

L'acqua
Colonnelle. 23 °C solfureo-carbonica.
Regina. 23 °C solfureo-carbonica.

Le indicazioni terapeutiche
Malattie dell'apparato digerente, dell'apparato locomotore, dell'apparato respiratorio, ginecologiche.

Le cure termali
Aerosol, bagni terapeutici, cure idropiniche, fanghi, humage, idromassaggi, inalazioni caldo-umide, insufflazioni, irrigazioni vaginali, nebulizzazioni, piscina termale, politzer crenoterapico.

Le altre cure
Acquaticità, consulenza, fitness, massaggi, medicina estetica, programmi antistress.

Tempo libero
Tivoli, luogo di delizie
Sul finire del I sec. Orazio lamentava che nel territorio di Tibur non restasse più nemmeno un pezzo di terra da coltivare, perché si erano costruite dimore e parchi dappertutto. La vicina villa Adriana testimonia, infatti, dell’altissima considerazione in cui il sito fu tenuto in età imperiale. Dopo le trasformazioni altomedievali e le feroci lotte tra goti e bizantini e tra papato e impero – quando Tivoli fu provvista di una seconda cerchia di mura, all’interno della quale crebbe fino al Rinascimento – le costruzioni residenziali ripresero nel ’500, come illustrano le case patrizie e in particolar modo villa d’Este. Questa, circondata da un vastissimo giardino che digrada a terrazze simmetriche, fu costruita per il cardinale Ippolito II d’Este dall’architetto Pirro Ligorio, sull’impianto di un preesistente convento benedettino; fu impreziosita da oltre cinquecento fontane, tra cui quelle 'del Bicchierone', 'di Tivoli' detta anche 'dell’Ovato', 'di Roma' o 'Rometta', fino a quella 'dell’Organo', la più singolare: il passaggio dell'acqua azionava un organo idraulico, completamente automatico, che emetteva suoni modulati.

Villa Adriana: una reggia per sognare
Le strutture attualmente visibili sono solo una parte di quanto venne eretto in età imperiale. La villa è la più grande reggia costruita nell’antichità e fu lo stesso Adriano che ne curò la progettazione, mentre la costruzione durò dal 118 al 134. Alla maestosità delle dimensioni corrispondeva la fastosità degli ambienti, che riproducevano strutture e stili tipici delle province orientali dell’impero, oggetto di ripetuti viaggi e soggiorni da parte dell’imperatore. Spogliata degli arredi da Costantino, fu in seguito preda di innumerevoli saccheggiatori: unni, longobardi, saraceni, ma anche abitanti della zona e gli stessi romani che, per abbellire i palazzi dell'Urbe, per secoli vennero qui a trafugare portali, statue, colonne, capitelli e i marmi dai colori più diversi: dal giallo antico di Numidia al pavonazzo di Frigia; dal marmo di Calcidia, screziato di rosso e di nero, all’aranciato di Chio; dall’africano verde e nero al porfido verde lacedemone e al porfido rosso.
Nonostante le spoliazioni si siano protratte fino a ’800 inoltrato, i resti della villa sono ancora imponenti e struggenti. Il grande complesso archeologico si offre, più che alla comprensione, alla suggestione: “ogni edificio era la pianta di un sogno”, fa dire allo stesso imperatore Marguerite Yourcenar nel suo capolavoro Memorie di Adriano.

Curiosità
Informazioni non disponibili

Altre Informazioni Utili Informazioni Utili

 

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